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Emergenza smog in Italia, il 2019 anno nero per la qualità dell’aria. Frosinone e Roma le città del Lazio con più sforamenti anche nel 2020

“Ci siamo rotti i polmoni”, questo negli anni è rimasto uno degli slogan più efficaci ed esplicativi della lotta all’inquinamento atmosferico e in difesa della salute. Sono oramai anni che si adottano una serie di misure (spesso nel malumore dei cittadini e con evidenti scarsi benefici) per ridurre il numero delle sostanze inquinanti nell’aria. Purtroppo però, nelle nostre città continua a tirare una brutta aria. A fotografare la situazione è Mal’Aria storica campagna di Legambiente contro l’inquinamento atmosferico, per difendere il diritto alla salute dei cittadini e proporre soluzioni contro il traffico e per la mobilità sostenibile.  Legambiente ricorda che l’inquinamento atmosferico è al momento la più grande minaccia ambientale per le persone. Ogni anno sono oltre 60mila le morti premature in Italia dovute all’inquinamento atmosferico. C’è anche da registrare che oltre alle gravi conseguenze per la salute umana tutto ciò comporta un enorme danno economico, stimato sulla base dei costi sanitari comprendenti le malattie, le cure, le visite, i giorni di lavoro persi, che solo in Italia oscilla tra 47 e 142 miliardi di euro all’anno (330 – 940 miliardi a livello europeo).

Cronica l’emergenza smog in Italia, il 2019 anno nero per la qualità dell’aria

In Italia l’emergenza smog è sempre più cronica e si ripresenta puntuale ogni anno specialmente in inverno quando allo smog derivante dal traffico, dalle industrie e dalle pratiche agricole si somma anche quello degli impianti di riscaldamento facendo scattare il bollino rosso nelle nostre città.  Secondo i dati diffusi da Legambiente, il 2019 è stato un anno nero per la qualità dell’aria: 26 i centri urbani fuorilegge sia per polveri sottili (PM10) sia per l’ozono (O3). Non va meglio con l’inizio del nuovo anno: a Gennaio 2020 Frosinone, Milano, Padova, Torino e Treviso le città che hanno già registrato almeno 18 sforamenti per il di PM10. In questo quadro l’auto privata continua ad essere di gran lunga il mezzo più utilizzato, se ne contano 38 milioni e soddisfano complessivamente il 65,3% degli spostamenti.  Nei 10 anni di campagna di Legambiente Pm10 ti tengo d’occhio su 67 città che almeno una volta sono entrate nella speciale classifica, il 28% di queste (19 città) hanno superato i limiti giornalieri di Pm10 tutti gli anni, 10 volte su 10. A dimostrazione di come nonostante il trend in calo registrato (si è infatti passati dalle 62 città fuorilegge del 2010 alle 26 del 2019), ci sono città che rimangono malate croniche di inquinamento atmosferico e che, dati alla mano, non sembrano poterne uscire fuori.

Aria “pesante” nelle città del Lazio

Tra le città capoluogo della Regione Lazio vince la maglia nera Frosinone che nella centralina “scalo” per il 2019 ha superato il limite previsto per le polveri sottili ben 68 volte (contro un massimo di 35 giorni “ammesso”), segue Roma con 27. Frosinone rientra tra le 19 città che hanno registrato il superamento dei limiti giornalieri in tutti e 10 anni presi in considerazione da ti tengo d’occhio  è la sola città insieme a Torino ad aver sfondato il muro dei 1.000 giorni di inquinamento. Purtroppo in “classifica” c’è anche Roma che segna la presenza nell’elenco delle città che hanno superato il limite dei giorni di PM10 con 7 anni su 10. Latina è presente in 2.

Le soluzioni proposte da Legambiente

Investire nel trasporto pubblico riducendo il numero dei veicoli circolanti in Italia, rendere le persone più consapevoli attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione sulle pubblicità spesso ingannevoli legate al mercato delle auto, eliminare i sussidi alle fonti fossili destinando quando previsto all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare del Paese, promuovere pratiche sostenibili in agricoltura sono i punti cardine promossi da Legambiente come “cura” della Mal’Aria.  L’ormai cronica emergenza smog – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – va affrontata in maniera efficace. Le deboli e sporadiche misure anti-smog, come il blocco del traffico adottato nei giorni scorsi a Roma e in diverse città della Penisola, sono solo interventi palliativi che permettono di contenere temporaneamente i danni sanitari, ma non producono effetti duraturi se non all’interno di interventi strutturali. È urgente mettere in campo politiche e azioni efficaci ed integrate a livello nazionale che riguardino tutte le fonti inquinanti, programmando interventi sia sulla mobilità urbana sempre più pubblica, condivisa, a zero emissioni e multi-modale, che sul riscaldamento domestico, la produzione di elettricità e quella industriale e l’agricoltura. Solo così si potrà aggredire davvero l’inquinamento atmosferico e affrontare in maniera concreta il tema della sfida climatica”. fonte https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2020/01/Malaria-di-citta-2020.pdf 
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