La #biodiversità di POP

È raro partecipare a un’iniziativa politica dove si possa percepire, in modo plastico, la biodiversità oggi necessaria al campo #progressista: nei generi, nelle generazioni, nei colori, nei corpi, nelle provenienze, nei temi. Una biodiversità che è garanzia di quella intersezionalità auspicata da Giulia Tomassetti, giovane attivista del Friday for Future, in cui vince solo chi sa custodire. Si respirava uno strano “noi”, a cui non siamo più abituati: quello che sprizza energia, genera vibrazioni e sorrisi, i soli antidoti alla diserzione. Non quello delle facce lunghe, che lo temono, il noi, pur evocandolo di continuo, come si fa con i defunti, nelle sedute spiritiche. L’avvio di POP, la strana creatura promossa da Marta Bonafoni e altri entusiasti fondatori, è stato tutto questo. Difficile da credere eppure chiaramente percepibile da una sala sempre attenta. Una sala autentica e curiosa, comunità in formazione. Il passo sembra quello giusto, fortunatamente non unico, il percorso da individuare; per il resto, come ricordava Luigi Nono, “caminantes, no hay caminos, hay que caminar”

Silvano falocco

 

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