“Ma chi me lo fa fare?” lettera aperta del coordinatore di POP

MA CHI ME LO FA FARE?

Quante volte nel corso della giornata mi torna in mente questa frase?

Chi me lo fa fare a togliere tempo ed attenzione alla mia famiglia ed ad un bimbo meraviglioso di appena un anno; chi me lo fa fare essere continuamente preoccupato per le sorti di una città e di una comunità, notte e giorno, weekend compreso; chi me lo fa fare permettere a leoni da tastiera di mettere continuamente in dubbio, anche in modo sguaiato, la capacità, l’onestà, il grande lavoro per il bene di una città che faccio insieme ad una bella squadra pulita e capace; chi me lo fa fare a lavorare con zero risorse a disposizione cercando collaborazioni e finanziamenti da privati e pubblici; chi me lo fa fare di rimetterci soldi con stipendi o rimborsi risibili che non servono nemmeno a coprire le spese di viaggio?

Sono sicuro che questo avrà pensato Silvia Tusei l’altro giorno quando è stata aggredita verbalmente ma anche fisicamente da un cittadino che l’ha costretta ad andare addirittura al Pronto soccorso. Silvia, vicesindaco di Villa Latina, un paese non lontano da Cassino, come la gran parte degli amministratori locali era nel suo Comune cercando di risolvere problemi per i cittadini, ma ha subito una aggressione sconsiderata.

Ma sono sicuro che tanti amministratori locali, miei amici e anche persone che sono dall’altra parte politica, condivideranno ogni singola parola di questo post.

E perché lo facciamo? Ma davvero ne vale la pena?

Me lo sono chiesto in tutti questi anni e me lo chiedo ancora oggi; la risposta penso sia che in ognuno di noi c’è un fuoco che arde; un fuoco che ci spinge ad impegnarsi per gli altri e per la propria comunità, non per forza in politica. Questo fuoco è presente in ogni persona, in alcuni è più assopito, in altri è più vivo e ci fa impegnare nel volontariato, nelle associazioni. E negli amministratori locali trova la sua piena espressione: l’impegno per la propria comunità.

Il vero scandalo, però è un altro. Il più delle volte siamo lasciati soli, da una parte i cittadini con tutti i problemi, grandi e piccoli. E dall’altra le Istituzioni che ci lasciano senza risorse e ci considerano solo l’ultimo anello di una catena così lunga che si perde nei meandri della burocrazia. Quando si tratta di fare i tagli, si taglia lì nei comuni, senza pensarci due volte, che siano le risorse economiche o il personale.

Sono sempre più convinto che se negli ultimi 30 anni non ci fossero stati i sindaci e gli amministratori locali a tenere dritta la barra e a lavorare tanto, molto oltre il proprio dovere, rischiando tanto e cercando di portare i risultati essendo sempre nella legalità, ma cercando di spingere sempre al limite per risolvere i problemi, la nostra meravigliosa Italia sarebbe definitivamente naufragata.

E il naufragar m’è dolce in questo mare.

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