Non ci vergogniamo di chiamarla comunità

Qualche tempo fa, un amico del mio antico nord mi chiedeva via social con aria di sfida: Fammi un nome, dai, fammi un nome se ci riesci. Dimmene uno.Non ci ho dovuto pensare neppure un millesimo di secondo. Avevo IL nome, senza il minimo dubbio.Mi chiedeva, l’amico, di fargli il nome di almeno “un politico” che fosse in grado di unire competenza e onestà, che insomma non fosse alternativamente l’ennesimo approfittatore personalistico o l’ennesimo ingenuo che non ha altro da dare oltre al suo animo candido.Avevo il nome, perché conosco Marta Bonafoni da una decina d’anni, quand’era una giovanissima e vulcanica direttrice di Radio Popolare Roma. Quando Zingaretti le chiese di candidarsi, senza tessera, nel listino per le Regionali del 2013 io fui felice di questa scelta, che Marta non poteva prendere se non come qualunque altra cosa avesse fatto in vita sua: con uno spirito di servizio incredibile; una capacità di caricarsi di moli di lavoro insopportabili per qualunque uomo (maschio, intendo); una sensibilità umana che la rende sempre vicina anche quando è costretta alle “toccata e fuga” per i troppi impegni; un entusiasmo che fa il paio solo con l’energia profusa, e una umiltà di approccio che diventa subito voglia di imparare e studiare e capire.Io, non c’è niente da fare, mi innamoro di due cose nelle persone: la loro intelligenza, prima di tutto; e la loro passionalità. Il cinismo delle pellacce mi incanta poco, spesso mi irrita. Adoro piuttosto l’apparente ingenuità di quelli che se la potrebbero tirare e invece restano al piano terra per non perdersi il gusto della vita ordinaria. Marta è così, una persona assolutamente speciale che ha messo i suoi incredibili talenti a servizio della collettività, anche a costo di enormi sacrifici personali.Quando mi ha raccontato l’ipotesi di lanciare un’associazione culturale e mi ha proposto di essere uno dei soci fondatori sono stato onorato di questo invito, che mi ha consentito intanto di entrare un poco nella meravigliosa rete di persone che con Marta hanno lavorato e condiviso almeno un pezzetto di strada. Ho così potuto conoscere Claudia, Patrizia, Enrico, Danilo, Aminata, Angelo, Giulia, Massimo e Leonardo, e far partire questa avventura.Ognuno di noi è mosso dalla stessa passione di Marta, ma ognuno di noi è disposto a mettere a frutto le sue specifiche capacità e competenze, perché crede che il bisogno umano di aggregarsi non sia una condanna dettata dalla paura ma una scelta assunta con la forza della speranza. Crediamo che fare le cose insieme sia il modo per farle meglio, per renderle più vitali. Crediamo che la condivisione sia sempre un’opportunità di crescita e che un’associazione culturale che parte con questa energia saprà catalizzare altre passioni e altre energie, per contribuire a tutti i progetti di cittadinanza che si potranno realizzare nella nostra Regione. Abbiamo un sacco di idee, ci servono anche le vostre e il contributo di pensiero e azione per realizzarle. Venite a trovarci martedì 14 a Roma, allo SPAZIO DIAMANTE in via Prenestina 230/B, potrete iniziare a partecipare a una cosa più grande di ciascuno di noi. Noi non ci vergogniamo di chiamarla comunità.

Piero Vereni, docente universitario e fondatore Pop

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